Descrizione | |
Gli individui sono tutti diversi fra loro. E non è solo questione di genere, statura, pelle, capelli, iride degli occhi. Non è un fatto che riguarda solo il corpo, ma anche il carattere, le emozioni, le simpatie e le antipatie, le paure, i ritmi del pensare e del vivere. Ciascuno di noi lascia un’impronta, anche solo digitale, che è solo sua. In questo scenario di tante diversità, ve ne sono alcune che possono ingannarci e farci credere che la realtà umana sia composta da due categorie, riconducibili al normale e all’anormale. In realtà, tutti nasciamo fragili, anche se ci illudiamo che si tratti di una malattia infantile che passa crescendo, oppure di qualcosa che appartiene agli altri e che si possa conoscere solo dall’esterno attraverso una fredda e scientifica diagnosi. Invece, nessuno è al riparo dalla fragilità, dalla quale cerchiamo comprensibilmente e invano di difenderci, una dimensione che riguarda tutti e coinvolge pienamente i processi dell’educazione e le pratiche della cu ra di sé e degli altri. Sommario Premessa. 1. La prigionia dello stereotipo. 2. La ferita narcisistica. 3. La fragilità che interpella. 4. La stima. 5. Il rischio del vittimismo. 6. Protagonisti, non comparse. 7. Scivolare nella precarietà. 8. Competenze della manutenzione. 9. Le forme del sostegno. 10. Welfare di prossimità. 11. Bastoni per serpenti. 12. Pedagogia e istituzioni. 13. Condividere. | |
Note sull'autore | |
Andrea Canevaro è ordinario di Pedagogia speciale all’Università di Bologna, dove è stato presidente di corso di laurea, direttore di dipartimento e delegato del rettore per gli studenti disabili. | |
Scheda creata Mercoledi' 18 marzo 2015 | |
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