Descrizione | |
Morin riflette qui sul rapporto del cinema con il reale e l’immaginario, e ne evidenzia le relazioni con i processi profondi della psiche e della conoscenza. Il cinema implica una percezione realizzata in stato di doppia coscienza: l’illusione di realtà è inseparabile dalla coscienza che si tratta effettivamente di un’illusione. In questo modo il cinema mette in gioco qualcosa di magico che ci permette di entrare in un universo nuovo senza sentirci spaesati: una trasfigurazione estetica che ci fa anche scoprire il mondo. L’intensità emotiva dello spettatore è l’elemento che innesca una metamorfosi cognitiva, ma è anche il fondamento dello spettacolo, e questo chiama in causa le implicazioni economiche, sociali, antropologiche e politiche di un fenomeno complesso come il cinema nel quadro della cultura globale dei media.
Biografia dell'autore Edgar Morin è una delle figure più prestigiose della cultura contemporanea. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, La testa ben fatta (2000), I sette saperi necessari all’educazione del futuro (2001), La nostra Europa (con Mauro Ceruti, 2013), La mia Parigi, i miei ricordi (2013), Insegnare a vivere (2015). | |
Scheda creata Sabato 14 maggio 2016 | |
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