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TILLIETTE XAVIER
I filosofi leggono la bibbia
TILLIETTE XAVIER, I filosofi leggono la bibbia
Autore:
TILLIETTE XAVIER
Titolo:
I filosofi leggono la bibbia
Descrizione:
Editore:
Queriniana
Data di edizione:
maggio 2003 1^ edizione
Pagine:
242
Dimensioni cm.:
19x12
ISBN13:
9788839907950
Codice:
157311
Collana:
GDT Giornale di teologia
Prezzo:
€ 18.50 - Nostra offerta con sconto 5%: € 17.58
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Lingua
Italiano
Allegati:
0 35 1161
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L'autore è noto al pubblico più vasto per la sua costante analisi dei nessi tra la filosofia occidentale moderna, la letteratura, la Bibbia e la teologia cristiana: Goethe, Dostoevskij, Novalis, Holder, Kafka ad esempio rivelano una robusta mente speculativa sotto l'incandescenza poetica del loro scritto, come Agostino, Kierkegaard, Solov'ev, Nietzsche, Lequier affidano la loro riflessione teorica ad una prosa scintillante. Tra le figure bibliche esaminate in questo volume, si potrebbe segnalare un trittico che ha in Abramo, Giobbe e nelle tentazioni di Cristo un campo d'esercitazione continuamente scavato.Si pensi al Timore e Tremore di Kierkegaard che condizionerà al riguardo sia Kafka sia Chestov, ma anche Rissa e Maritain e Kalakowski. Tuttavia, avverte Tiliette, si tratta di una mediazione di cui i filosofi non hanno l'esclusiva e lo attesta ricorrendo allo Swann di Proust, al Biberkopf del Berlino Alexanderplatz di Doblin, al poeta cristiano Emanuel Pierre, all'ebreo Claude Vigée e a Thomas Mann sempre per quell'osmosi tra poesia e pensiero di cui sopra si diceva. In finale del volume ci s'imbatte in due capitoli molto originali, sulla " Bibbia parodistica". E' quella che lo studioso definisce come " feticizzazione della Bibbia", una sorta d'estetica o retorica della derisione che si consuma in Bauer, in Marx e in Engels, ma che tocca il suo acme tutto particolare in Nietzsche, calamitato da un " Hass-Liebe", un instancabile odio amore per il Crocifisso contro il cui Vangelo è lanciato il " disangelo" (alla buona novella si contrappone la cattiva novella di Zarathustra, un contro-vangelo).. Sono pagine molto forti, sempre ritmate su una galassia di rimandi, d'evocazioni, di citazioni, protese a riconoscere l'insopprimibile presenza della " pietra dello scandalo" delle Scritture, un po' come confessava Blok al termine del suo poema " I Dodici"<< Perché mai Cristo ?Davvero Cristo? Ma più il mio esame era attento, più distintamente vedevo Cristo. Annotai allora sul diario: purtroppo Cristo. Purtroppo proprio Cristo. ( liberamente tratto da una recensione di Gianfranco Ravasi: Il Sole 24 Ore di domenica 13 luglio.)
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Data ultimo aggiornamento: Mercoledi' 25 marzo 2020
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