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Nel volume il cardinale fa prima una panoramica sul crollo del comunismo europeo e sui suoi orrori. La disintegrazione di quei regimi ha cambiato, secondo lui, anche lo scenario teologico, perché una parte del mondo cattolico era succube della cultura marxista, "Io ritengo senz'altro pensabile che ci si presenteranno nuove forme dell'immagine comunista del mondo". E' ciò che sta accadendo. "Tuttavia quel fallimento c'è stato e il suo verificarsi non poteva che dar ragione al nichilismo o al relativismo sociale" Di solito si identifica il relativismo, a volte con connotazioni profondamente negative, con il sistema liberal-democratico che è uscito vincitore dallo scontro con il totalitarismo, il Cardinale la pensa diversamente e osserva che l'errore di fondo del marxismo fu la pretesa di una politica che vuol essere redenzione e quando la politica vuole fare l'opera di Dio, non diventa divina, ma demoniaca. Non così la vera liberal-democrazia che mette l'accento sul realismo della ragione, che fa l'elogio del compromesso, che riconosce se stessa sempre imperfetta e sempre da riformare. Insomma " Una società liberale è una società relativista: solo per questo presupposto essa è in grado di rimanere libera e aperta ad un ulteriore cammino." Il pericolo mortale non è, dunque, il relativismo del mondo politico d'occidente, ma la così detta teologia pluralista delle religioni, e qui passiamo alla seconda parte del volume, la quale assume ora il posto che nel decennio scorso spettava alla teologia della liberazione. (I punti fermi della chiesa come il credere il Cristo Gesù, la legge naturale,la rivelazione in alcuni settori di questa teologia sono passati dentro il torchio del relativismo e schiacciati in un velleitario sincretismo) Siamo con questa teologia, insomma, lontani da quanto dicevano gli antichi Greci: se siamo sapienti dobbiamo camminare sul crinale dei monti o a metà del mare, scienza lasciarsi attrrarre dalla scilla dell'Esclusivismo o dalla Cariddi del sincretismo. Ha detto da qualche parte Gianfranco Ravasi : c'è una differenza da riconoscere e rispettare e un'identità da salvaguardare: ecco il percorso delicato e arduo del crinale. | |
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