La collana le Guerre LEG | |
Storie di uomini, armi, atti di forza |
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In una disamina contro corrente rispetto alla letteratura sull'argomento, Geoffrey P Megargee sfata il mito secondo il quale i vertici militari tedeschi nella seconda guerra mondiale avrebbero prevalso se Hitler non avesse interferito nelle loro scelte strategiche L'ipotesi dell'Autore è che nel Comando Supremo di Hitler vi fossero molte più pecche di quante siano state generalmente riconosciute Il libro mette in luce un punto di importanza fondamentale: la responsabilità della disfatta tedesca è ascrivibile ai vertici militari non meno di quanto sia ascrivibile a Hitler - che pure fu la figura centrale in quasi tutti i processi decisionali in ambito militare Megargee indaga le modalità che regolarono il processo decisionale delle strutture di comando militare del Terzo Reich attraverso le scelte dei suoi massimi livelli, che alla fine compromisero definitivamente la presunta superiorità sul campo dei tedeschi a causa di errori strategici e di pianificazione operativa L'indagine segue l'evoluzione dell'apparato militare del regime nazista dal 1933 al 1945, dando risalto agli equilibri di potere all'interno del Comando Supremo, al ruolo di quanti ne determinarono lo sviluppo organizzativo e all'influenza dei teorici militari tedeschi sulla sua struttura e sulla sua funzione Dal lavoro emergono gli aspetti più negativi che affliggevano il Comando Supremo: l'ambizione personale, la mentalità ostinata, l'intrigo politico e il pressoché insostenibile carico di lavoro cui doveva fare fronte il personale di Stato Maggiore Particolarmente significativa, da un punto di vista documentario, è la sezione in cui l'Autore ci introduce nel vivo dell'attività degli organi militari: "una settimana nella vita" del Comando così come essa si svolgeva nel drammatico periodo della impresa militare sul fronte russo nel 1941 Fu proprio in occasione dell'operazione "Barbarossa" che gli errori di valutazione strategico-operativa si rivelarono fatali per l'impresa tedesca: Megargee ne individua le cause nell'approccio arrogante e superficiale dei tedeschi rispetto alle complessive potenzialità dei russi, nel modo inadeguato in cui i nazisti gestirono la propria intelligence, nelle lacune della logistica in una campagna su scala inusitata: tutte le carenze che emersero in "Barbarossa" si sarebbero fatalmente rivoltate contro i tedeschi Megargee giunge a questa conclusione: il concetto strategico dei generali del Comando Supremo in realtà non fu migliore delle idee che aveva Hitler sulla conduzione di una guerra; anzi, in molti casi fu peggiore In questo senso, i compartecipi dell'"avventura" hitleriana non furono meno colpevoli di colui che ne diresse le azioni: Heinz Guderian, Franz Halder, e tanti altri protagonisti, in realtà confidarono ciecamente in una supposta superiorità tedesca (in cui trovava posto anche la "volontà" intesa come una sorta di forza innata) in base alla quale ogni ostacolo era superabile | |
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