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L'eredità della tragedia Il "tragico" da Aristotele a oggi A cura di Andreas Giannakoulas, Sarantis Thanopulos Nel pensiero dei greci l'irrazionale non rappresentava un limite alle spiegazioni razionali, ma si costituiva come loro condizione necessaria, e in nessun luogo come sull'antica scena tragica, irrazionale e razionale, umano e divino, immanente e trascendente, si sono intrecciati in modo così stimolante e fertile Più che smorzare le contraddizioni, i poeti tragici seppero trarre da esse la maggior tensione conoscitiva possibile, facendo della problematicità della condizione umana il perno della condizione stessa del pensare, sentire e vivere A partire da Platone la cultura ha acquistato in capacità di organizzazione e sistematizzazione del sapere, ampliando notevolmente i suoi confini e aprendo spazi esplorativi precedentemente inimmaginabili Paradossalmente la tragedia arriva dove la filosofia si ferma. E come dice Georges Steiner " Le ombre dei personaggi delle tragedie greche si prolungano verso un'oscurità più fonda; e tutta la natura umana protagonista Edipo e Medea ci insegnano quanta poca parte dell'individuo appartenga alla sapienza Le nobili o orrende apparizioni, che avevano perseguitato la mente di Antigone da quando il sangue di Agamennone gridò vendetta,non potrebbero scomparire d'incanto per rifugiarsi tra le sgargianti luci dell'illuminismo e dello spirito scientifico moderno" Il palcoscenico tragico è una piattaforma gettata universalmente tra il conscio e l'inconscio e Freud ha utilizzato il mito di Edipo come una metafora dell'irrazionale tragico, per farne un simbolo non solo della psicoanalisi ma di tutte le forze inconsce che sfuggono alla nostra comprensione e spesso governano o distruggono la nostra vita | |
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