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"Non occorre ripetere che io non sono uno storico ma un diligente e quotidiano cronista" In "1949" Giulio Andreotti ripercorre le tappe della contrastata adesione al Patto Atlantico, che segnò il debutto dell'Italia sullo scacchiere internazionale Il processo con cui si formò l'alleanza militare fu irto di ostacoli, con il Paese profondamente diviso non solo per le resistenze dell'opposizione, ma per il dissidio intestino che su questo difficile tema lacerò i cattolici italiani Solo grazie alla lungimiranza e alle doti diplomatiche dell'allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi - che fra l'altro seppe ottenere da Papa Pio XII un'esplicita scelta di campo a favore dell'adesione - l'Italia poté approdare alla storica e strategica conquista che fu l'ingresso nel Patto Sullo sfondo di questa vicenda, gli assetti di potere mondiali conoscono un mutamento radicale, con l'avvio della Guerra fredda Le divergenze tra Unione Sovietica e Stati Uniti si approfondiscono fino a diventare inconciliabili e ha luogo la divisione netta in due blocchi, cristallizzati nel COMECON e nella NATO Sul fronte interno, le annotazioni quotidiane di Andreotti disegnano inoltre la fitta trama italiana di difficoltà e conquiste, successi e tragedie: le scorribande sanguinose del bandito Giuliano, l'impulso dato al settore dello spettacolo e del turismo dalle sovvenzioni statali, i patti agrari e la discussione sui dazi doganali, la tragedia di Superga in cui perì l'intera squadra del Torino, la scoperta del metano in Lombardia da parte dell'ENI Il racconto secco e sagace dello statista esamina gli eventi e svela i retroscena stagliando i percorsi e i personaggi della politica interna e internazionale contro la luce vivida di una testimonianza diretta, di impareggiabile valore storico | |
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