Descrizione | |
Nella prima parte di “Storie di cónze e gabùri”, l’autore narra vicende personali nel mondo dei seggiolai e degli apprendisti, ormai ridotto al lumicino, ma estendibili a tutti coloro che hanno avuto esperienze di vita senza fissa dimora, godibili nella lettura, perché caratterizzate da serenità, ottimismo e buonumore. Invece nella seconda parte del suo libro, decisamente didattica, Enrico mette a disposizione di potenziali apprendisti o di semplici curiosi i segreti dell’arte di seggiolaio, appresi al seguito del padre. Se i tempi non fossero cambiati, il lavoro di careghéta avrebbe rappresentato la sua fonte di guadagno per la vita, perpetuando così la tradizione che da varie generazioni si tramandava di padre in figlio. Quando il padre preferì emigrare in Svizzera, Enrico non se la sentì di tentare l’avventura da solo e scelse altre esperienze lavorative, senza mai tralasciare di occupare il tempo libero come careghéta, suo primo grande amore. Anche oggi, ormai in pensione, si mantiene in e sercizio quasi per diletto, soddisfatto di poter partecipare ad altri gli elementi della sua conoscenza e di mantenere sempre viva la fiammella del cónza con il suo lavoro, unito al grande desiderio di lasciare ai posteri il meglio dei ricordi personali. | |
Scheda creata Sabato 5 gennaio 2013 | |
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