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BALESTRA - RIERA
Voci dalla steppa
BALESTRA - RIERA, Voci dalla steppa
Autore:
BALESTRA - RIERA
Titolo:
Voci dalla steppa
Descrizione:
Testimonianze di reduci della Seconda Guerra Mondiale A.N.A. Feltre Indice dei nomi
Editore:
DBS Edizioni
Data di edizione:
giugno 2014
Pagine:
468
Dimensioni cm.:
17x24
ISBN13:
9788886955805
Codice:
259704
Collana:
0
Prezzo:
Disponibilità:
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Dati aggiornati a giugno 2014
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Lingua
Italiano
Allegati:
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BALESTRA - RIERA, Voci dalla steppa, DBS Edizioni in campedel.it
Descrizione
L’eco delle ‘voci dalla steppa’ ci giunge dopo settant’anni.
Un’eco ancora dirompente, che ci riporta a sofferenze atroci e sacrifici infiniti dei nostri soldati mandati a fare la guerra a gente che non ci era nemica, una guerra non voluta e non capita, anche se è stata combattuta con onore e con grande senso del dovere.
Alpini, ma non solo: militari di tutte le armi e di tutte le specialità gettati nell’inferno bianco di un paese sconfinato, impreparati, molti reduci di Francia e Grecia, con equipaggiamento e armamento inadeguati.
La guerra è qualcosa di diverso da ciò che è raccontato sui libri di storia: è l’esperienza quotidiana e unica del singolo che l’ha combattuta giorno dopo giorno, con le sue ansie, le emozioni, le fatiche, le paure e le crudeltà, ma anche gli eroismi piccoli e grandi di cui è testimone e protagonista. Ecco perché sono utili i libri di reduci che raccontano la ‘loro’ guerra: nel leggere i loro ricordi sembra quasi di riconoscerli, ad uno ad uno, nella loro reale dimensione umana. Meritoria è dunque la raccolta di queste testimonianze, tante tessere che ricostruiscono un mosaico che non potrà mai essere completo.

Questo libro ha un orizzonte vasto, fatto di singoli episodi quanto mai significativi. Un aviere autista racconta d’una giovane ebrea allo scalo di Cracovia uccisa a bruciapelo da un’S.S. per essere arrivata in ritardo al lavoro forzato. Un altro ricorda un capannone sorvegliato dai Tedeschi, a Vorošìlovgrad occupata, pieno di uomini, donne e bambini, che giorno per giorno si svuotava e poi tornava a riempirsi, e poco distante prigionieri che scavavano delle gran buche …

Ma anche atti di bontà, soprattutto di donne russe che hanno accolto i nostri soldati sfiniti dal gelo e di alpini che soccorrono compagni feriti o congelati che vorrebbero fermarsi … E il milite forestale che ricorda il deposito di autocarri italiani nuovi di zecca, a Kantemìrovka, nella zona di Rossòš’, che sarebbero stati la salvezza nei concitati momenti della ritirata sotto il tiro dei terribili carri T-34, m a non avevano le batterie … 
Poi magazzini incendiati, ospedali evacuati, feriti che fuggivano con la sola coperta a 40 gradi sottozero. Ma anche esempi di sovrumani episodi e di splendidi combattenti, il coraggio degli ufficiali nell’affrontare il nemico e rifiutare la resa, il sacrificio di tanti alpini dell’Aquila e del Val Cismon a Selenyi Jar e tanto, tanto ancora, compresa una parentesi rosa: l’alpino che, congelato e sfinito, termina la sua fuga nell’isba e ci resta per gli occhi dolci d’una ragazza.
E poi, fra i tanti racconti, anche quello di un internato negli allucinanti campi sovietici.
Tanti ricordi che sono ferite ancora aperte. È giusto mantenerne viva la memoria, oggi più che mai in tempi in cui l’egoismo personale prevale troppo spesso sul senso del dovere e in cui i ‘valori’ sono quelli che comportano vantaggi personali e non quelli veri della solidarietà e dell’onestà.
Scheda creata Domenica 19 maggio 2013

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