Descrizione | |
Dal racconto della creazione come profezia alla «gioia materiale» del Qoèlet; dal valore teologico della nudità degli amanti nel Cantico dei cantici alla sofferenza dell'anziano Tobi, che chiede la morte ma scopre il sorprendente agire di Dio; dalla paura dei malvagi nel libro della Sapienza al rifiuto della violenza da parte di David.
Le pagine dell'Antico Testamento consentono un viaggio nelle oscillazioni del sentire e sollevano interrogativi: in che modo il saggio può convivere con la consapevolezza che la vita è fugace? Si può accettare la finitudine dell'esistenza o, addirittura, riconciliarsi con essa? Il Dio di Israele, si legge nei Salmi, non si dimentica dei suoi poveri e si ricorda sempre della sua alleanza e del suo popolo. Perché se agli uomini è necessario il medico - come ricorda il Siracide - non smette di essere indispensabile il Signore, quel Dio che «non ha fatto la morte» ma «tutto per la vita». Sommario Introduzione. La creazione come profezia. «Ricordare» e «non dimenticare» nel libro dei Salmi. «Insegnaci a contare i nostri giorni». «Gioisci, giovane, nella tua giovinezza!». Nudità e seduzione nel Cantico dei cantici. «Sono stato mandato per metterti alla prova». Libertà dell'uomo, libertà di Dio: David e la tentazione della violenza. Il giusto oppresso perché scomodo. «Un improvviso e inatteso timore si era riversato su di loro». «Fa' posto al medico, perché ti è necessario». «Dio non ha creato la morte». | |
Scheda creata Sabato 13 settembre 2014 | |
La collana Collana biblica | |
Scritti di Giuseppe Barbaglio |
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