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VASILIU MIHAELA
Vladimir Ghika Il principe martire
VASILIU MIHAELA, Vladimir Ghika  Il principe martire
Autore:
VASILIU MIHAELA
Titolo:
Vladimir Ghika Il principe martire
Descrizione:
Cattolico e sacerdote, morto martire sotto il regime comunista nel 1954
Editore:
Edizioni Paoline / San Paolo
Data di edizione:
dicembre 2014
Pagine:
138
Dimensioni cm.:
13,5x21
ISBN13:
9788831543712
Codice:
272573
Collana:
Uomini e donne 150
Prezzo:
Disponibilità:
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Italiano
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VASILIU MIHAELA, Vladimir Ghika Il principe martire, Edizioni Paoline / San Paolo in campedel.it
Descrizione
Vladimir Ghika Nipote dell’ultimo sovrano di Moldavia, testimone della fede e dell’amore per Dio e per il prossimo, promotore dell’ecumenismo … sono solo alcune parole che descrivono la ricca vita di Vladimir Ghika, donata fino alla fine – fino alla morte nella fortezza in Jilava.

Dal principe ortodosso al sacerdote cattolico
Nato in una famiglia profondamente ortodossa, dopo gli studi di diritto a Tolosa, di scienze politiche a Parigi e di filosofia a Roma, nel 1902 abbraccia la fede cattolica, «per essere un ortodosso migliore», come egli stesso diceva. Voleva diventare sacerdote, ma dopo l’intervento di sua madre presso Pio X, il papa gli consiglia di abbandonare l'idea, almeno per un periodo, per dedicarsi all’apostolato come laico. Egli accetta, tuttavia non rinuncia a questo desiderio, infatti vent’anni dopo viene ordinato sacerdote della diocesi di Parigi il 7 ottobre 1923, all'età di quasi cinquanta anni.

Itinerario spirituale
La sua vita è una preghiera permanentemente orientata verso il Signore presente e vivente: «Se sei in grado di mettere Dio in tutto ciò che fai, lo ritroverai in tutto ciò che ti può succedere». Radicato nella parola di Dio, attingendo la forza dall’eucarestia e dalle lunghe ore di adorazione, offre ad ogni persona che incontra conforto spirituale e materiale. E’ convinto che «la santa ostia ci offre, dopo il Vangelo della Parola, il Vangelo del Silenzio. E adesso siamo noi che, alla sua presenza, gli dobbiamo rispondere portando, da noi a Dio, la Buona Novella del suo regno in noi». Nel desiderio di diffondere l’amore divino nel mondo, seguendo unicamente la volontà di Dio, Mons. Ghika ha fondato la comunità dei Fratelli e Sorelle di San Giovanni, una «casa di amore». Insieme a Yvonne Esienne, invece, ha cominciato l’associazione «Virgo fedelis», un movimento per la santificazione del clero.

«La teologia del bisogno», e «La liturgia del prossimo»
Fin dall’inizio, Vladimir Ghika agisce tenendo conto dei bisogni del prossimo. Già da giovane laico fa arrivare in Romania le Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli, fondando anche il primo dispensario gratuito. Come sacerdote, a Parigi, opera senza sosta per i più indigenti. Si dedica agli stranieri attraverso la cappellania, ai bisogni dei sacerdoti in difficoltà, dei giovani intellettuali e degli studenti. Quando scoppia la Seconda guerra mondiale, trovandosi a Romania, sceglie di rimanere nel suo paese, occupato e distrutto dalle sofferenze, per accendere la fiamma dell’amore nel buio. Ogni incontro, in particolare con i poveri, è per lui una liturgia, «la liturgia del prossimo», che significa apertura e disponibilità totali.

Il desiderio dell’unità della Chiesa
Per nascita ed educazione ha ereditato la ricchezza della cultura greco - bizantina, ma il contatto con la Chiesa di Roma gli conferisce una luce nuova e gli infonde nel cuore quel desiderio di unità che non lo abbandonerà mai. Appartiene ai due riti, orientale e latino, i quali gli aprono varie possibilità di apostolato, impegnandosi instancabilmente per l’unità. Ne è un forte segno il fatto che, intorno a padre Ghika morente, nell’infermeria del carcere, si ritrovano un prete ortodosso, un pastore protestante, un giovane ebreo e un imam tartaro.

La vita donata fino alla fine
Dal 1948 la persecuzione religiosa in Romania diventa più intensa. La sua famiglia ottiene per Mons. Ghika l’autorizzazione a lasciare il paese, ma egli sceglie di restare con il suo popolo. Subisce interrogatori, umiliazioni, torture, e viene destinato alla fortezza malsana di Jilava.

Anche in prigione aiuta i compagni di cella con le preghiere, soprattutto il rosario e la via crucis, a sopportare tutto per amore di Gesù. Molti sono usciti trasformati, diventati buoni cristiani, apostoli. Molto indebolito, minato dalla fame, dal freddo, dalle umiliazioni e dalle torture, si spegne lentamente il 16 maggio 1954. Il 31 agosto 2013 viene beatificato .
Il suo martirio, come dice P. Dany Dideberg, è la testimonianza suprema della sua carità eroica. Soleva dire: «La morte può distruggere tutto, tranne l’amore».
Scheda creata Sabato 27 dicembre 2014
La collana Uomini e donne
La collana si propone di presentare biografie storico-critiche di uomini e donne che, attraverso la fede e le esperienze di vita, hanno arricchito la storia dei valori umani e spirituali

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