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CHELI - MANTOVANI
La valutazione sociale delle cure parentali
CHELI - MANTOVANI, La valutazione sociale delle cure parentali
Autore:
CHELI - MANTOVANI
Titolo:
La valutazione sociale delle cure parentali
Descrizione:
Manuale per l'operatore Testi per psicologi clinici psicoterapeuti insegnanti operatori sociali
Editore:
Franco Angeli
Data di edizione:
ottobre 2015
Pagine:
206
Dimensioni cm.:
15,5x23
ISBN13:
9788891725912
Codice:
279549
Collana:
Strumenti per il lavoro psico 0
Prezzo:
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Dati aggiornati a ottobre 2015
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Lingua
Italiano
Allegati:
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CHELI - MANTOVANI, La valutazione sociale delle cure parentali, Franco Angeli in campedel.it
Descrizione
Che fine fa il dolore?
Quello delle frustrazioni quotidiane, dei traumi dell'esistenza, la perdita, l'abbandono, la violenza, la vecchiaia.
Il soggetto è realmente in grado di sopportare la pena che la vita non risparmia, di soffrire il dolore impensabile della morte, di trasformarlo, o è necessario trasferirlo a qualcuno che si occupi di noi?
E l'opera pietosa dell'oblio è sempre possibile o più spesso ricorriamo alla finzione?

Sono queste le domande che l'autore si pone e che pone al pensiero di Freud, Bion e Grotstein, che più di altri hanno affrontato tali questioni. Freud aveva elaborato una originale teoria del dolore che implicava un legame stretto con la realtà e la biologia, ma rinuncia alla teoria del trauma mettendo tra parentesi la sua iniziale teoria del dolore. Più tardi dirà che del dolore sappiamo pochissimo. Bion capisce che chi non è in grado di soffrire il dolore non è in grado neppure di vivere il piacere, rifiutare il dolore significa l'anestesia emozionale.

Il nostro apparato per pensare di fronte agli aspetti traumatici della realtà, la paura del cambiamento e la responsabilità del pensare, mette in atto processi evacuativi per alleviare il dolore impensabile.

La cultura dell'evacuazione segna dunque i limiti del sistema, ma paradossalmente ne indica anche i mezzi più potenti di comunicazione e trasformazione.
Per Grotstein il gioco psicoanalitico deve permettere al paziente di trasferire il suo dolore all'analista, in quello che egli chiama il patto di pietà.
Se la psicoanalisi mostra i limiti nella possibilità di trasformare il dolore, cosa può fare l'arte?
La bellezza potrebbe essere la via più sicura per seguire i percorsi del dolore, nella sua trasformazione.

Il Grido di Munch, quale esito del fallimento di un sogno; la bellezza lacerante dei dipinti di Bacon, con il loro sguardo allucinato sulla verità urlante; la dilatazione del tempo nelle immagini di Viola, fino alla magia del sacro e l'ascesi mistica, sono esempi straordinari delle capacità trasformative dell'oggetto estetico.
Scheda creata Martedi' 3 novembre 2015
La collana Strumenti per il lavoro psico
Strumenti per il lavoro psicologico sociale ed educativo
Testi per psicologi clinici, psicoterapeuti

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