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CAPITANI MICHELE
L'uomo che dribblava i treni
CAPITANI MICHELE, L
Autore:
CAPITANI MICHELE
Titolo:
L'uomo che dribblava i treni
Descrizione:
Storie di uomini e donne senza fissa dimora, che mostrano un'umanità vicina alle radici della vita
Editore:
Edizioni Paoline / San Paolo
Data di edizione:
settembre 2016
Pagine:
188
Dimensioni cm.:
13,5x21
ISBN13:
9788831547635
Codice:
288113
Collana:
Libroteca Paoline 202
Prezzo:
Disponibilità:
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Dati aggiornati a settembre 2016
0 - 83 1130
Lingua
Italiano
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CAPITANI MICHELE, L'uomo che dribblava i treni, Edizioni Paoline / San Paolo in campedel.it
Descrizione
Michele Capitani, professore di Lettere, appartiene alla Comunità di Sant’Egidio e da anni si dedica alle persone senza fissa dimora. Attraverso quest’attività “sociale” è venuto a contatto con tante storie di un’umanità sconosciuta, eppure visibile in ogni angolo delle nostre città.
A queste storie è dedicato il suo nuovo libro L’uomo che dribblava i treni.

Pagine che partono da una domanda: “Come si chiama il mendicante che sta di solito all’uscita del supermercato?”.
È lì da anni, ma il suo nome, probabilmente, ci è ignoto. Forse perché dargli una moneta è un modo per liberarcene e assolvere la nostra coscienza.
L’umanità di cui si parla in queste pagine è fatta di uomini e donne che vivono per strada: le loro storie – spesso drammatiche, a volte assurde, talora comiche – mettono a nudo l’ ipocrisia delle persone cosiddette civili e rivelano la molteplicità delle risorse di una popolazione apparentemente invisibile, ma che reclama soltanto un posto più dignitoso nelle nostre città e nel cuore di chi una casa ce l’ha.

C’è chi, come Renato, prima di mettersi a dormire in stazione, diventata ormai il suo riparo per la notte, legge articoli sportivi su partite che non vedrà mai, o chi, come Davide, ha escogitato un sistema per dribblare i treni ed eludere la sorveglianza della polizia. O ancora chi, come Jan, dice di vedere gli Ufo e gli lascia anche da mangiare...

Sospesi tra l’abbrutimento di una vita ai margini e la poesia della strada, fatta di piccoli-grandi gesti gratuiti e inaspettati, i vagabondi, gli emarginati, i barboni che tendono una mano accovacciati sui marciapiedi sono spesso straordinariamente vicini alle radici della vita e al suo senso. “I senza-dimora - scrive l’Autore - hanno bisogno che il loro mondo si compenetri vicendevolmente con il mondo della città visibile, poiché ci guadagnano entrambi [...].
 E quando si riesce ad aiutare un bisognoso con l’abilità di non farlo sentire commiserato, con l’equilibrio tra sollecitudine, egualitarismo e discrezione... ecco, ci scopriamo immersi in qualcosa che, quasi quasi, potremmo anche chiamare amore”.
Scheda creata Sabato 24 settembre 2016
La collana Libroteca Paoline

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