Descrizione | |
La revoca della disposizione testamentaria L’opera sviluppa una riflessione sul tema della revoca della disposizione testamentaria che si concreta nell’individuazione e nella ricostruzione della fattispecie negoziale revocatoria nelle sue diverse forme espressive. «… Dal diritto romano sino ai giorni nostri, la revocabilità, pur nelle sue diverse configurazioni, è sempre stata considerata l’essenza dell’atto di ultima volontà. Essa, infatti, garantisce l’assoluta libertà del soggetto in ordine alla definizione dei propri interessi, patrimoniali e non, dopo la sua morte. In questo senso, si giustifica allora la definizione del testamento quale «atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse» (art. 587, 1° comma, c.c.). Alla qualificazione del testamento in termini di atto revocabile segue, peraltro, una autonoma previsione legislativa che riconosce espressamente alla «facoltà di revocare o mutare le disposizioni testamentarie» (art. 679 c.c.) il carattere dell’irrinunziabilità. Al rapporto tra la definizione del testamento in termini di atto revocabile e il riconoscimento di un ius poenitendi irrinunziabile non si è spesso attribuita particolare rilevanza. Anzi, le due previsioni normative sono state per lo più lette unitariamente, ed in particolare si è assegnato al disposto dell’art. 679 c.c. il significato di mera riconferma del principio generale già espresso nell’ar t. 587 c.c. Scopo della presente indagine è quello di riconsiderare tale rapporto e di valutare se in quel ius poenitendi irrinunziabile previsto all’art. 679 c.c. sia possibile individuare una funzione autonoma di definizione dell’assetto patrimoniale post mortem…». | |
Scheda creata Lunedi' 16 aprile 2018 | |
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