Descrizione | |
In che modo un territorio tra i più arretrati del Nord Italia è riuscito a superare la propria condizione, trasformandosi da zona debole e marginale in un’area che oggi può vantare una tra le più elevate qualità della vita? Frutto di una ricerca originale basata su fonti inedite, il volume ripercorre in prospettiva storica il percorso di sviluppo del Bellunese dopo la catastrofe del Vajont, tra gli anni sessanta e novanta del Novecento. La ricerca prende le mosse dallo stato della società locale all’inizio degli anni cinquanta, di cui evidenzia la fragilità economica e la condizione di sottosviluppo originata dal drenaggio di uomini e risorse cui era sottoposta. Successivamente sono messi a fuoco i due momenti chiave del processo di sviluppo: quello promosso dal basso dalle comunità locali, che prende forma alla vigilia della catastrofe e che trova nel consorzio dei comuni del Bim Piave il canale di attuazione, e quello perseguito dal legislatore all’indomani della catastrofe, di cui il consorzio per il nucleo d’industrializzazione della provincia di Belluno è l’interprete e l’esecutore principale. Di questa esperienza di politica territoriale e industriale, che si sviluppa per quasi mezzo secolo, vengono ripercorse le fasi salienti, seguendo l’iter di elaborazione della legislazione speciale, la messa in opera del processo di ricostruzione economica e il flusso di imprese che si insediano nelle diverse sedi del nucleo. | |
L'autore | |
Agostino Amantia è stato direttore dell’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Si occupa di problematiche legate allo sviluppo locale, con particolare riferimento alla montagna bellunese. Su questo tema ha curato con Antonio Lazzarini «La “questione montagna” in Veneto e Friuli tra Otto e Novecento: percezioni, analisi, interventi» (Belluno, 2005) | |
Scheda creata Lunedi' 19 novembre 2018 | |
Guarda anche I libri dell'editore Il Mulino Gli scaffali di Storia I libri di Vajont |
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