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TOLSTOJ LEV
Guerra e pace
TOLSTOJ LEV, Guerra e pace
Autore:
TOLSTOJ LEV
Titolo:
Guerra e pace
Descrizione:
Editore:
Einaudi
Data di edizione:
novembre 2018 1^ edizione
Pagine:
1672
Dimensioni cm.:
14,5x22
ISBN13:
9788806217235
Codice:
311349
Collana:
Supercoralli 0
Prezzo:
Disponibilità:
* Offerta valida 30 giorni (fino ad esaurimento scorte)
€ 39.90
PRODOTTO ESAURITO: non disponibile
Dati aggiornati a novembre 2018
0 - 254 0
Lingua
Italiano
Allegati:
Non disponibile
NON DISPONIBILE

TOLSTOJ LEV, Guerra e pace, Einaudi in campedel.it
Descrizione

Lev Tolstoj
Guerra e pace
Traduzione di Emanuela Guercetti
Pubblicato da Einaudi

«Sia l'Omero dell'Iliade sia Tolstoj vedono l'azione nella sua integrità; l'aria vibra intorno ai loro personaggi e la forza del loro essere elettrizza la natura inerte. I cavalli di Achille piangono dinnanzi alla sua imminente sorte e la quercia fiorisce per persuadere Bolkonskij che il suo cuore rivivrà».
George Steiner

«Addentrandoci nella lettura di Guerra e pace, in noi risuona una intensa melodia, di cui non sapremmo dire con esattezza l'origine. Le note non provengono dagli episodi narrati, né dai singoli personaggi; provengono dalle immense distese russe su cui gli episodi e i personaggi sono disseminati, dall'insieme di ponti e fiumi ghiacciati, di foreste, strade, giardini, campi che acquistano imponenza e sonorità via via che li oltrepassiamo».
E. M. Forster

«Temo la morte di Tolstoj. Se lui morisse, nella mia vita resterebbe un grande vuoto. Primo, non a mo nessuno quanto lui: non sono credente, ma fra tutte le fedi è proprio la sua che ritengo più vicina e adatta a me. Secondo, finché nella letteratura c'è Tolstoj, è facile e piacevole essere un letterato; perfino essere cosciente di non aver fatto e di non fare nulla non è così spaventoso, perché c'è Tolstoj che fa per tutti. La sua attività giustifica tutte le aspettative e le speranze che si ripongono nella letteratura. Terzo, Tolstoj sta saldo, la sua autorità è enorme, e finché lui è vivo il cattivo g usto in letteratura, ogni cosa volgare, sfrontata e lacrimosa, ogni ruvida e astiosa suscettibilità resterà lontana, nell'ombra profonda. Solo la sua autorità morale è in grado di mantenere a una certa altezza i cosiddetti umori letterari e le correnti. Senza di lui sarebbero solo un gregge senza pastore o un guazzabuglio in cui sarebbe difficile orientarsi».
Anton Cechov

L'idea di Guerra e pace nasce da lontano, quando un Tolstoj ventottenne reduce dalla guerra di Crimea progetta un romanzo sui decabristi, gli aristocratici protagonisti della rivolta del dicembre 1825 che proprio in quell'anno 1856 ritornano, graziati, dalla deportazione.
Sennonché Tolstoj si ritrova a cercare sempre più indietro nel tempo la chiave per interpretare il presente, l'idea originaria viene abbandonata, e a partire dal 1863 prende forma l'ambiziosissimo progetto di un'opera corale che abbracci le guerre napoleoniche dal 1805 alla grande epopea del 1812, con l'invasione francese e l'incendio di Mosca, per spingersi con l'epilogo fino al 1820.
In sette anni di lavoro intensissimo Tolstoj si documenta, legge monografie storiche, memorie, diari, scava nelle tradizioni famigliari, rielabora la sua esperienza di militare, scrive e riscrive schemi, appunti, varianti: migliaia di pagine. Il risultato è un'opera che ancora oggi stupisce per l'ampiezza e la profondità dello sguardo e in cui si fondono azione romanzesca, materiale storico e discorso filosofico, «non un romanzo, ancor meno un poema epico, ancor meno una cronaca storica», secondo Tolstoj stesso.
A un secolo e mezzo dalla sua pubblicazione, Guerra e pace è ancora uno dei libri più amati della letteratura occidentale: forse perché con la ricchezza del suo intreccio soddisfa la nostra sete di storie, o perché ci propone personaggi talmente vivi e attendibili che tendiamo a pensarli come uomini e donne reali.
O perché qui Tolstoj porta a perfezione il suo famoso metodo artistico che ci fa vedere come nuovi oggetti e situazioni, e riesce a realizzare quello che in una lettera definisce, senza mezzi termini, come «il fine dell'artista»: «fare amare la vita in tutte le sue infinite, inesauribili manifestazioni ».
Nientemeno.
O perché ci affascina con la sua ostinata ricerca della verità, applicata sia all'analisi psicologica sia alla descrizione dei comportamenti sociali, sia all'indagine di quell'«infinito labirinto di nessi» che è per lui il tessuto della storia. Una ricerca che spesso si avvale anche dell'umorismo, e che non teme le contraddizioni.
Così in Guerra e pace la potente denuncia degli orrori e dell'insensatezza della guerra non esclude la descrizione della bellezza di un campo di battaglia o dell'ebbrezza di una carica di cavalleria, e nel resoconto di una battuta di caccia c'è posto per la felicità di chi avvista il lupo e per i «pensieri» dell'animale braccato.

Scheda creata Mercoledi' 5 dicembre 2018
La collana Supercoralli

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