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GADDA EMILIO CARLO
Divagazioni e garbuglio
GADDA EMILIO CARLO, Divagazioni e garbuglio
Autore:
GADDA EMILIO CARLO
Titolo:
Divagazioni e garbuglio
Descrizione:
Editore:
ADELPHI
Data di edizione:
settembre 2019
Pagine:
553
Dimensioni cm.:
14x22
ISBN13:
9788845934032
Codice:
318456
Collana:
Biblioteca Adelphi 698
Prezzo:
Disponibilità:
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Italiano
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GADDA EMILIO CARLO, Divagazioni e garbuglio, ADELPHI in campedel.it
Descrizione
Divagazioni e garbuglio
by Carlo Emilio Gadda
pubblicato da Adelphi
Collana Biblioteca Adelphi
Curatore: Liliana Orlando

Grande saggista Gadda lo è sempre stato: sin dal 1927, quando è apparsa su «Solaria» l'"Apologia manzoniana", magnifica lettura dei Promessi sposi (e del «barocco lombardo», alla luce di Caravaggio) che rivela - come è stato scritto - una «profonda connivenza sotto la scorza delle apparenti antinomie».
E a quotidiani e riviste Gadda ha poi continuato a collaborare, per soddisfare una passione vorace che si rivolgeva ai vient de paraitre (Paul Morand, Gianna Manzini, una nuova traduzione commentata del Faust, Bacchelli, Montale, Palazzeschi, Giorgio Pasquali) non meno che ai maestri venerati (Porta e Belli, oltre a Manzoni), alla questione della lingua, alla pittura e al teatro (De Chirico, De Pisis, Crivelli, Cechov, la "Mandragola" di Machiavelli), alla scienza e alle tecniche.
Il problema è che i suoi saggi brevi (o entretiens, come li definiva), frutto com'erano di un'accanita documentazione, di una tormentosa elaborazione, di un'ossessiva ricerca linguistica, non potevano che divergere «dalle linee più accreditate».
E gettare nel panico, con la loro esorbitante lunghezza e il loro fulgore 'barocco', i direttori dei quotidiani, restii a pubblicare pezzi destinati a chi non volesse ritrovarsi scodellate «le tre sole ideuzze che ha in testa, in una lingua da famiglia Brambilla a tàvola».
«Gadda ha la mano pesande, la mano pesande» pare dicesse Croce.
E a Gadda, esulcerato e oppresso dalle strettezze, non restava che prendersela con Buzzati, star del «magno "Corriere"»: «Kafka + Landolfi irrancidito ... e noioso, e inconcludente, e bischero».
Quella «mano pesande» era in realtà avversione profonda per le «edificanti frottolazioni» con cui si maschera la verità, per la «lindura faraonizzata» di una 'monolingua' vereconda e benpensante - ricerca dello «stile necessario», obbedienza alle sollecitazioni di una «gnosi propria».

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Scheda creata Mercoledi' 11 settembre 2019
La collana Biblioteca Adelphi

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