Descrizione | |
Curato da Matthi Forrer e realizzato in collaborazione con la Fondazione culture e musei di Lugano e la Fondazione Torino Musei, il volume propone un excursus alla scoperta della pittura giapponese dal XVI al XIX secolo, attraverso una selezione di 120 kakemono provenienti da un’importante collezione privata, la collezione Perino. Il kakemono (letteralmente “cosa appesa”) è un dipinto o una calligrafia giapponese, su seta, cotone o carta, organizzato a guisa di rotolo e destinato a essere appeso a parete. A differenza dell’emakimono, un rotolo che viene aperto in senso orizzontale su una superficie, il kakemono si apre in verticale ed è concepito come decorazione murale da interno. Essendo collegato a ricorrenze, specifici periodi dell’anno o a occasioni particolari, è esposto solo temporaneamente e poi riposto, accuratamente arrotolato, in apposite scatole. I soggetti sono tratti prevalentemente dalla natura (fiori, uccelli e pesci) e mostrano un naturalismo e un’accuratezza di dettagli davvero straordinari. Opere di rara bellezza di artisti come Maruyama Okyo (1733-1795), attivo alla corte imperiale e fondatore della “Maruyama-Shijo”, fra le scuole naturaliste più prestigiose dell’epoca, Kishi Ganku (1749/56-1838/39), celebre per i suoi dipinti di tigri e Kusumi Morikage (1620-1690) pittore del periodo Edo nelle cui opere si riflette la simpatia per gli agricoltori e i poveri. | |
L'autore | |
Matthi Forrer (Amsterdam, 1948), autore ed esperto di arte e cultura giapponese, è professore di Cultura materiale del Giappone premoderno all’Università di Leida. | |
Scheda creata Sabato 27 giugno 2020 | |
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