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CAPUTO GIUSEPPE
Carcere senza fabbrica: povertą lavoro forzato ...
CAPUTO GIUSEPPE, Carcere senza fabbrica: povertą lavoro forzato ...
Autore:
CAPUTO GIUSEPPE
Titolo:
Carcere senza fabbrica: povertą lavoro forzato ...
Descrizione:
Carcere senza fabbrica: povertą, lavoro forzato e welfare
Editore:
Pacini giuridica
Data di edizione:
luglio 2020
Pagine:
320
Dimensioni cm.:
17x24
ISBN13:
9788833791777
Codice:
326915
Collana:
Quaderni de L'altro diritto 0
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Italiano
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CAPUTO GIUSEPPE, Carcere senza fabbrica: povertą lavoro forzato ..., Pacini giuridica in campedel.it
Descrizione
Carcere senza fabbrica: povertą, lavoro forzato e welfare
di Giuseppe Caputo
Editore: Pacini Giuridica
Collana: Quaderni de L'altro diritto
Data di Pubblicazione: giugno 2020

La teoria e la storia della moderna penalitą sono riconducibili a due letture che si presentano come antitetiche: quelle riformiste e quelle revisioniste. Quelle riformiste vedono nella nascita della prigione, basata sulla pratica del lavoro forzato, una tappa centrale per l'adozione di un sistema punitivo "umano" volto alla correzione morale e sociale dei condannati.
Quelle revisioniste considerano il carcere-fabbrica un laboratorio per la trasformazione del povero ozioso in operaio docile, individuando nel lavoro forzato carcerario uno dei tratti distintivi della penalitą moderna, un dispositivo di generalizzazione della cultura borghese lavoro-centrica. Entrambi gli approcci convergono nell'enfatizzare il ruolo del lavoro carcerario, ma cadono nell'errore di privilegiare lo studio della retorica ch e ha accompagnato il modello di carcere rieducativo, rispetto all'esame della concretezza giuridica e sociologica del fenomeno che ha indubbi riflessi anche sul suo inquadramento teorico.
"Carcere senza fabbrica", attraverso una articolata genealogia storica e socio-giuridica del lavoro forzato carcerario dallo Stato liberale ad oggi, mostra come il progetto correzionalista di assimilazione del carcere alla fabbrica sia rimasto, nel caso italiano, un dogma ideologico, presente nella retorica di alcuni dei riformatori, ma non recepito nella legislazione e tantomeno nelle pratiche di governo.
Ne emerge un idealtipo di penitenziario molto lontano da quello elaborato dalla critica foucaultiana e dalla storiografia revisionista.
Il sistema legale dell'esecuzione penale italiano, ieri come oggi, appare volto, secondo l'intramontabile principio di deterrenza, a perseguire, con modalitą considerate come economiche ed umane, lo scopo della punizione della povertą, piuttosto che quello della sua correzione.

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Scheda creata Lunedi' 27 luglio 2020
La collana Quaderni de L'altro diritto

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