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La curiosità e l'interesse del lettore
sono fortemente catturati dalla presenza, nelle trame narrative
ciboddiane, di persone e luoghi, paesaggi e vicende e situazioni così
molteplici da comporre una galleria straordinariamente policroma, non però
eterogenea, anzi saldamente tenuta insieme da un filo rosso dettato
dal connubio Uomo-natura, frutto evidente,e lo si scopre fin dalle
prime pagine di questo libro, di un amore estremo per la propria terra
sarda: la Gallura ove egli è nato e vive.
I tre racconti si dilatano su un periodo che va dalla fine del '700 agli
anni subito successivi alla seconda guerra mondiale, in un incrocio sapiente
tra i piccoli avvenimenti delle propria terra e i drammi della grande storia
che ha piegato e piagato uomini e natura.
Se la natura è ammirata nei suoi panorami di luci e di ombre, del caldo e
del freddo, del giorno e della notte, dei monti e dei mari, la vita degli
uomini è parimenti osservata in un continuo mescolarsi di gente ora
buona ora grama, di bambini e vecchi,di ricchi e potente e poveri
assoluti,di classi sociali in continuo conflitto.
Pasquale Cibotto, e in questo sta la grandezza della sua arte, sa tenere
insieme tutti questi elementi in una linea narrativa fluente ed essenziale,
in un rigurgito di sentimenti, forse nella capacità di identificarsi in
alcuni personaggi tanto che i tre racconti potrebbe ben definirsi tre
capitoli di uno stesso romanzo
L'autore
Pasquale
Cibotto è
nato a Tempio nel 1936, insegnante, ed impegnato poeta
gallurese. Collabora a varie riviste e periodici. Ha numerosi premi
letterari
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