Emanuele Ottolenghi
La bomba iraniana.
Che ne sarà del mondo se l'Iran
disporrà di armi nucleari e che cosa può fare l'Europa per impedirlo?
Il mondo ha saputo della pericolosità del programma
nucleare iraniano il 14 agosto 2002, durante un briefing tenuto a
Washington dal Consiglio Nazionale della Resistenza in Iran. Da allora la
comunità internazionale ha chiesto invano di poterne verificare la natura
pacifica.
Lungi dall’aprire le porte dei suoi centri alle ispezioni internazionali
cui ha l’obbligo di sottoporsi, Teheran è andata avanti per la sua strada
eludendo la trattativa diplomatica, incorrendo in cinque dure censure nella
forma di risoluzioni ONU al Consiglio di Sicurezza e subendo infine le sanzioni
economiche.
L’incubo secondo molti è concreto: entro pochi anni l’Iran di Mahmoud
Ahmadinejad disporrà di un arsenale atomico che potrà usare per promuovere le
sue ambizioni egemoniche in Medio Oriente. Ma non tutti credono a questa
previsione – in primo luogo la Russia e la Cina. L’Europa preferisce
affrontare la crisi attraverso il dialogo e gli Stati Uniti sembrano voler prima
risolvere definitivamente le loro missioni in Iraq e Afghanistan.
Il dossier Iran è la questione di politica estera e di sicurezza più
importante e strategica oggi sul tappeto. Ed è anche la più complessa, perché
sono in gioco giganteschi e divergenti interessi economici legati al petrolio
all’interno dello schieramento occidentale: l’Unione Europea, infatti, è di
gran lunga il principale partner commerciale dell’Iran, mentre gli Stati Uniti
da molto tempo non hanno con esso alcun rapporto.
Frutto di un imponente lavoro di ricerca e di interviste a diplomatici e alti
funzionari dei servizi di sicurezza e di intelligence di molti Stati, La bomba
iraniana fornisce un quadro tanto informato quanto allarmante di quella che, a
giudizio di Emanuele Ottolenghi, è una minaccia molto seria per gli interessi
strategici dell’Europa e indica una via d’uscita, proponendo una serie di
raccomandazioni pratiche ai leader europei che devono affrontarla.
Emanuele Ottolenghi è nato a Bologna, dove si è
laureato in Scienze Politiche. Ha ottenuto un Ph.D. all’Università Ebraica di
Gerusalemme e insegnato Storia d’Israele all’Università di Oxford.
Dal 2006 dirige il Transatlantic Institute, think tank con sede a Bruxelles.