Arnold Schönberg, tra i massimi compositori del Novecento, fu uno
scrittore arguto, e di temi non esclusivamente musicali.
Scriveva di getto, scriveva per annotare riflessioni, per fissare
un’intuizione, ma soprattutto per diffondere e difendere il proprio
pensiero.
Schönberg operò una svolta radicale nella musica, creò nuovi
concetti compositivi e trasformò la sensibilità dell’ascoltatore,
portandolo a confrontarsi sempre di più con la disgregazione della tonalità,
per arrivare infine all’esperienza dodecafonica.
Fu pienamente consapevole della portata delle sue innovazioni, le
riteneva necessarie, perciò volle spiegare, chiarire e sostenere con ogni
mezzo – insegnamento, conferenze, articoli, lettere – la Musica Nuova,
la composizione con dodici note, la propria posizione rispetto ad altri
musicisti, contemporanei e del passato.
Protagonista del suo tempo, presagì la tragedia nazista e nei suoi scritti
si occupò ampiamente della questione ebraica, senza trascurare altri temi
sociali, dal rapporto tra guerra e profitto, a come valutare l’equità dei
salari, a come sostenere i giovani musicisti, rivelando una sorprendente
visione anticipatrice.
Acuto osservatore del panorama culturale del Novecento, formulò le sue
osservazioni in uno stile leggero e ironico, senza rinunciare a una
stringente logica argomentativa.
I testi, in buona parte inediti e scelti da Anna
Maria Morazzoni dal vasto insieme degli scritti del compositore, sono stati
curati e tradotti a partire da una scrupolosa ricognizione delle fonti e
sono corredati da un rigoroso apparato scientifico
L'autore
Arnold Schönberg (Vienna 1874 - Los Angeles 1951), autore
di opere teatrali, cicli di Lieder, composizioni da camera e per orchestra,
e brani di ispirazione religiosa, ha legato il suo nome all’invenzione del
metodo dodecafonico. Chiamato alla cattedra di composizione dall’Accademia
prussiana delle Arti, all’avvento del nazismo emigrò negli Stati Uniti,
dove continuò a comporre e insegnare
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