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Dal meccanismo
primordiale dell’inganno e della paura
a una governance mondiale basata sull’inclusione e la cooperazione
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Il meccanismo dell’inganno e della paura è uno strumento di governo
primordiale ma non in estinzione, anzi, negli ultimi anni è ritornato in
auge.
Siamo infatti convinti di vivere in un’epoca caotica, dove le forze
del male imperversano senza freni.
Ma la sicurezza umana, invece, non è mai stata così grande e non ha mai
avuto basi così solide.
È in corso una gigantesca manipolazione, condotta su una scala mai prima
conosciuta, il cui scopo è di scoraggiarci, di metterci sulla difensiva, e
farci rinunciare all’idea di un mondo migliore.
Il grande inganno è una creazione dei governi, dei media, degli apparati
militari americani e delle forze reazionarie, che su di esso hanno saputo
costruire le loro recenti fortune.
Queste forze sfornano a getto continuo mostri e nemici mortali da cui
difendersi – i terroristi islamici, gli stati canaglia, l’espansionismo
cinese, gli immigrati – creando un clima di tensione e di panico. Ma
queste minacce sono in gran parte inesistenti, esasperate oltre ogni misura.
L’ossessiva domanda di sicurezza diffusasi in Occidente, e
l’offerta di protezione da parte dei governi cosiddetti forti e a
tolleranza zero, sono basate su motivazioni obiettive?
Siamo davvero esposti a pericoli così letali?
È inevitabile lo scontro di civiltà?
Partendo da questi interrogativi, Pino Arlacchi attua probabilmente il primo
tentativo sistematico, certo il più agguerrito e trascinante, di
smantellare uno dopo l’altro i pilastri della propaganda della destra
globale e del suo grande inganno.
L’inganno e la paura è una teoria organica della pace, con la quale viene
messa in risalto la forza superiore della solidarietà e della cooperazione.
Attraverso dati di ricerca inconfutabili e grande efficacia persuasiva, il
volume mostra che la violenza estrema delle guerre, dei massacri, della
criminalità e del terrore è in declino in quasi ogni angolo del mondo,
seguendo un trend plurisecolare.
L’uomo non è nato per uccidere, dimostrano le acquisizioni
scientifiche provenienti dai più diversi ambiti disciplinari. Ispirata
dalle menti più illuminate e basata su caratteristiche fondanti della
natura umana, si è fatta strada una potente controtendenza: quella di
fondare le relazioni interne e internazionali su istituzioni aperte
all’integrazione, alla tolleranza, al riconoscimento di nuovi diritti.
Da valorizzare – propone Arlacchi – con una serie di iniziative per una
governance mondiale: il Parlamento universale, la proibizione della guerra,
il disarmo generale e la promozione dell’esempio dell’Unione Europea
come potenza civile alternativa a ogni pretesa imperiale
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