. È
finita. La fuga è giunta alla sua conclusione.
Al sicuro a bordo di una nave che li condurrà in Italia, Shushanig e i suoi
quattro figli si lasciano alle spalle le atrocità che hanno sconvolto la
loro vita e sterminato i loro cari e tante altre famiglie armene. Quello è
il passato, racchiuso e conservato per sempre tra le pagine della Masseria
delle allodole.
Ora una nuova storia incalza. Mentre in Italia i figli di Shushanig si
adattano dolorosamente a una nuova realtà, Ismene, la lamentatrice greca che
tanto ha fatto per strapparli alla morte, cerca di dare corpo all’illusione
di salvare altre vite, prendendosi cura degli orfani armeni che vagano nelle
strade di Aleppo, ostaggi innocenti di una brutalità che non si può
dimenticare.
Ma proprio quando nella Piccola Città dove tutto ha avuto inizio qualcuno
torna per riprendere quel che gli appartiene, ogni speranza di ricostruire un
futuro compromesso cade in frantumi.
La narrazione di Antonia Arslan stupisce per il
coraggio di testimoniare fino in fondo le vicende di un popolo condannato
all’esilio e per la capacità di dipingere un mondo vivo e pulsante di
donne e uomini straordinari. Donne e uomini normali che hanno sofferto senza
spezzarsi, attraversando le alte fiamme che, nell’incendio di Smirne,
sembravano voler bruciare la speranza di una vita nuova L'autrice
Antonia Arslan
è autrice di saggi sulla narrativa popolare e d’appendice e sulla
“galassia sommersa” delle scrittrici italiane. Ha riscoperto le proprie
radici armene traducendo le opere del grande poeta Daniel Varujan. Nel 2004
ha dato voce alle memorie familiari nel suo primo romanzo, La
masseria delle allodole,
premiato con moltissimi riconoscimenti e già tradotto in quindici lingue, da
cui i fratelli Taviani hanno tratto l’omonimo film |