. «Abbassai
lo sguardo, imbarazzata.
Pilato era rimasto ammaliato, doveva essere proprio così.
Provai per la prima volta un minuscolo rimorso, poi lo accantonai
rapidamente,
assicurando a me stessa che sarei stata per lui la moglie ideale.
Avrei trovato tutti i modi per compiacerlo.
Sarebbe stato l’uomo più felice del mondo.
Una volta ancora elevai una muta preghiera
di ringraziamento a Iside che mi aveva messo
nelle mani l’uomo dei miei sogni.»
.
Accusato di tradimento, Gesù il Nazareno viene trascinato di fronte al
governatore della Giudea: i sacerdoti del tempio chiedono la sua
crocifissione ma Pilato è dubbioso, non sa decidere. Proprio nel momento in
cui la scelta non è più rinviabile, riceve un messaggio da sua moglie
Claudia: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto
turbata in sogno, per causa sua». Partendo da questo breve ed enigmatico
episodio raccontato nel vangelo di Matteo, Antoinette May ha scavato a
ritroso nella vita di Claudia.
Giovane patrizia imparentata con la famiglia imperiale, segretamente devota
alla dea egizia Iside, è dotata di un dono straordinario quanto terribile:
la capacità di vedere le cose prima che accadano. Sposa Pilato quando è
appena ventenne, attratta dalla sua ambizione e voglia di successo, che però
nel corso del tempo condurranno l’uomo sempre più lontano da lei,
rendendola infelice. Sarà allora, mentre assiste a un combattimento tra
gladiatori, che Claudia noterà il dacio Holtan e tra loro scoppierà una
grande passione.
Quando l’imperatrice Livia scopre la loro relazione clandestina, esilia
Holtan e costringe lei a sottoporsi a uno spaventoso rituale magico. Ma
Holtan resterà per sempre nel cuore di Claudia, anche quando dovrà seguire
Pilato a Gerusalemme e vedrà l’amato gladiatore un’ultima volta, in un
incontro tragico e struggente.
E, in Palestina, Claudia vivrà anche l’esperienza
decisiva della sua esistenza: la visione di un uomo sofferente, trafitto
dalle lance e con una corona di spine sul capo |