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Il Novecento che racconto comincia dal 1880 circa e finisce con gli anni Settanta del Novecento. Si apre con l’emigrazione in America e si chiude con la perdita d’importanza dell’Europa e l’affermarsi sempre maggiore del mondo ebraico americano e di Israele. In questo arco di tempo il mondo ebraico muta e la diaspora europea tende a scomparire nei numeri, nella forza culturale, nell’identità, nel progetto. L’emigrazione in America, il sionismo, la rivoluzione russa, la
Shoah, la nascita di Israele: le cesure che costellano il Novecento ebraico sono altrettanti passaggi epocali per la storia di tutti.
Nel corso del secolo, a partire dalla fine dell’Ottocento, gli ebrei esprimono una forza simbolica travolgente, inedita, alimentata non solo dall’antisemitismo e dalla persecuzione, ma dall’essere stati al tempo stesso artefici di una straordinaria creatività e oggetto del più radicale degli annullamenti. E ancora, dall’essere stati un intreccio tra la volontà di essere uguali agli altri e una durevole percezione
di sé come identità sul confine.
Nella realtà di oggi, cosa resta di questa storia?
Quanto ne è stato distrutto irrimediabilmente dalla violenza, quanto ne è stato logorato poco a poco dal volger del tempo?
Indice
Introduzione
1 - Le due Europe: ebrei d’Occidente ed ebrei dell’Est
2 _ Antisemitismi
3 - Tradizione e modernità
4 - Il sionismo
5 - La Shoah
6 - La nascita dello Stato di Israele
7 - Le nuove identità
Conclusioni
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L'autrice
Anna Foa insegna Storia moderna all’Università di Roma La Sapienza.
Si è occupata di storia della cultura nella prima età moderna, di storia della mentalità, di storia degli ebrei.
Tra le sue pubblicazioni: Ateismo e magia (Roma 1980); Giordano Bruno (Bologna 1998); Eretici. Storie di streghe, ebrei e convertiti (Bologna 2004). |