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Come può un matematico credere in Dio?
Un luogo comune nato con l’illuminismo vuole che gli scienziati siano atei o agnostici. La ricerca della verità perseguita attraverso la scienza sarebbe infatti incompatibile con qualunque convinzione di tipo religioso.
Per Antonio Ambrosetti, scienziato di grande e riconosciuto valore e cristiano dichiarato, la matematica e la religione appartengono a due sfere distinte dell’esperienza umana, che possono coesistere in modo proficuo e reciprocamente stimolante, come
è dimostrato da illustri matematici credenti come i cattolici Giovanni Prodi ed Ennio De
Giorgi, o gli ebrei Paul Rabinowitz e Haim Brezis.
In particolare l’autore discute la pretesa onnipotenza della matematica, in base alla quale molti ritengono di poter dimostrare matematicamente tutto. La matematica ha molti limiti e, comunque, non può essere usata né per dimostrare né tanto meno per negare l’esistenza di Dio.
Anche se forse può aiutarci ad avvicinare il suo mistero e a coglierne la grandezza.
L'AUTORE
Antonio Ambrosetti, nato a Bari nel 1944, già docente di Analisi matematica alla Scuola Normale di Pisa, insegna alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. È socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei
Lincei, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino e membro dell’Istituto Veneto di Lettere Scienze ed Arti. M |