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Ragionare con altre e altri e pensare in loro presenza richiede pratiche diverse da quelle dello scrivere. Differenti sono le forme retoriche e i modi di argomentare, più impegnati nel persuadere proprio perché gli altri sono lì con noi.
 È un processo di improvvisazione disciplinata tra più partecipanti, dove sono necessari arte e un esercizio attento. Il bisogno di scambiare con altri sentimenti, racconti, sogni, guadagni di verità si ricrea sempre di nuovo, quando nasce il desiderio di sottrarsi al 
simbolico dominante e di orientarsi nel pensiero e nell’azione politica.
   
 Così è stato per ogni vera rivoluzione; in particolare per la rivoluzione femminista, per la quale la parola viva scambiata tra donne è stata formativa di un modo di vivere, di pensare e di fare politica. 
Il sentimento della presenza reciproca sorge con la percezione che abbiamo delle donne e uomini lì accanto a noi, ma non è riducibile ad essa: è di più della percezione e ha a che fare con il lato inconscio del corpo. Alcune
 esperienze artistiche, come quella teatrale e architettonica, ne hanno avuto una più acuta consapevolezza.
   SommarioParte prima  – Le forme dello scambio vivo di pensiero
 – Improvvisazioni
 – Figure del pensiero nascoste nella lingua comune
 – Ruminare in silenzio 
       
  Capitolo quarto – Retorica e persuasione
 – Avere saggezza nel dire il vero
 – L’accendersi della 
presenza. In onore di Frieda Fromm 
   Reichmann
 
 Parte seconda – Il sentimento della presenza
 – Presenza
 – Il sacro
 – A scuola di teatro 
       
  Capitolo quarto – Luoghi 
       
  Capitolo quinto – Godimento della presenza: lievito politico
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