Questo studioha per oggetto i rapporti diversi e complessi che nel mondo antico legano libri, maestri, allievi, lettori e luoghi in cui i testi vengono messi in scena.
Nella ricostruzione dell'autore le pratiche sia della costituzione dei testi sia della loro esecuzione, sia la posizione in cui il maestro si mette in rapporto con il testo o ai testi di cui si serve sono illustrare sulla base delle fonti e dei materiali antichi e sullo sfondo culturale e sociale in cui esse avevano luogo.
Ne
risulta un quadro non sempre omogeneo a cui in diversi modi concorrono le scuole filosofiche dei stoici, epicurei, platonici e peripatetici e con caratteristiche anche proprie le correnti giudaiche di scribi e farisei così come due forme di giudaismo"librocentriche", per certi aspetti anti-istituzionali:quello di Qumram e quello delle prime chiese cristiane.
In questo scenario articolato si lascia leggere anche la letteratura neotestamentaria, in particolare per le figure di Gesù e Paolo.
Entra
bi, se da una parte si ergono a interpreti autorevoli e autoritativi delle scritture,dall'altra non si servono dei testi per medesimi fini, bensì in funzione della loro posizione e degli avversari che si trovano a fronteggiare.
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