È un viaggio curioso, straordinario, quello che Ulderico Bernardi compie dalle sorgenti alla foce della Piave. Il Fiume Grando ha un’anima e un cuore, per questo lo scrittore trevigiano gli si rivolge affettuosamente con l’espressione Cara Piave.
L’autore si lascia trasportare dalla realtà del Fiume, insolito e bravo; a tratti sembra un ragazzo che gioca con le acque, con i sassi e nelle boschette delle Grave, con le marcàndole e le alborelle, i saporiti piccoli pesci piavesi.
Egli zig-zaga lungo le
anse, si ferma a contemplare, si imbarca con i barcariòli e i zatèr; si piega trepidante al dramma dei suicidi del Fiume, che sono soprattutto donne. Il suo è un viaggio a tutto tondo, che parla dei lavoranti e dei contadini della Piave: dei menadàs e dei cariòti, dei pescatori e dei bisnenti, cioè di quella povera, sofferente umanità che caratterizzava il territorio del Fiume.
Bernardi innalza un forte altare agli eroi della terribile piena del 1966; ricorda il sacrificio di Eros Perinotto, l
a figura tridentina e popolare di don Alfonso Donadel che ottiene da mons. Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I, di poter portare in salvo le mucche dei contadini di Arzeri di Campodipietra, nella chiesa parrocchiale.
Egli ha un codice linguistico particolare che intreccia lo spessore saggistico con il ritmo narrativo, attraversati da venature suggestive di poesia, per cui è capace di opere eccezionali e inusitate, come questa Cara Piave, libro terragno e luminoso, irruente e disteso che
non dimentica gli spunti letterari, gustosi (si pensi a La cerimonia di Hemingway).
Il viaggio è dell’anima e dello sguardo, sulle terre e gli uomini di quercia del Fiume, e gli occhi dell’autore hanno amore di padre: esso si tramuta in una lunga lettera alla Piave, piena di sorprese e di curiosità; anche di rimprovero contro le sue alluvioni di morte; si leva in canto come nell’ultimo capitolo dove Bernardi segue trasognato la Processione oltre le Sorgenti da Sappada a Maria Luggau in Carinzia
, o nella nostalgia dei pellegrinaggi alla Beata Vergine del Latte di Stabiuzzo, presso Cimadolmo.
Cara Piave è probabilmente
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