“Mi tolgo gli occhiali, guardo l’infinito.”
Tre spettacoli autonomi, eppure legati, per rappresentare
i temi della povertà, della malattia e della vecchiaia.
In Acquasanta un mendicante rievoca la sua vita da marinaio, ancorato alla prua di una nave immaginaria: ’O Spicchiato è stato lasciato a terra perché ha dichiarato il proprio amore al mare, “ ’a guagliona sua”.
Il castello della Zisa è la storia di Nicola, un ragazzo down, che abitava nel quartiere popolare che dà nome al
l’opera. Da lungo tempo addormentato, in sogno si convince di avere una missione: difendere il castello che vede fuori dalla finestra.
In Ballarini, due vecchi danzano e tirano fuori da un baule i loro ricordi: lui una bottiglia di spumante, lei un carillon. Sulle note del Ballo del mattone, festeggiano un capodanno di tanti anni prima.
La Trilogia degli occhiali è un’opera vulcanica, dolce e paradossale, che ci parla della nostra capacità (o incapacità) di vedere. Emma Dante conferma u
n talento poetico unico in Italia in questo nuovo lavoro che, alla ricchezza del mondo creativo dell’autrice, affianca una ricerca linguistica straordinaria sui dialetti dell’Italia del sud.