Con Bellissima è dunque la rosa, che illustra l’epoca della civiltà della villa e dell’alleanza tra aristocrazia veneta e «santa agricoltura», e successivamente con Bei sentieri, lente acque, che delinea il gusto borghese per il giardino d’autore e il parco pubblico nell’Ottocento, Annamaria Conforti Calcagni ha composto le prime opere di un trittico. Una grande casa, cui sia di tetto il cielo è il libro conclusivo di questo trittico e insieme l’opera che porta a termine un percorso dentro la storia del gia
rdino italiano dalle origini al Novecento.
Prima dell’Unità d’Italia, il giardino, sintesi di tutte le arti, aveva un rapporto diretto con le peculiarità del territorio di appartenenza. Nel Novecento, con la centralizzazione del potere, quel legame si allenta fino a disperdersi del tutto. Venuto meno l’antico ruolo dell’agricoltura, le città si espandono, l’industrializzazione si diffonde e il giardino trasforma il proprio ruolo, diventando un corollario della residenza di villeggiatura e dell’
ideale dell’industria a misura d’uomo.
Dal Piemonte alla Sicilia, l’evoluzione del giardino italiano scandisce le tappe della storia nazionale. A inizio Novecento, lo stile Liberty si fa raffinato interprete della nuova società borghese e democratica: vegetazioni e inedite fioriture verticali si intrecciano attorno a ville dalle linee sinuose, grandi alberghi e moderni centri termali.
Lo spirito autocelebrativo del fascismo rilancia il giardino formale, quale orgoglioso esempio di
«italianità», attraverso la riscoperta delle antiche memorie imperiali, il classicismo della composizione, la geometria razionalista e la valorizzazione della flora mediterranea.
Gli anni cinquanta e sessanta promuovono la nascita dei villaggi turistici in regioni come il Veneto, la Liguria e la Toscana, mentre l’espandersi dei quartieri residenziali dà vita all’utopia della città-giardino e ai nuovi villaggi operai, indissolubilmente legati al nome e all’esperienza di un radicale innovatore c
ome Adriano Olivetti.
Attraverso il giardino del Novecento, Annamaria Conforti Calcagni ricostruisce, tra intuizioni e progetti, successi e fallimenti, arte e società, un’inesplorata e sorprendente storia d’Italia
|