Gazprom, la più grande compagnia russa e il maggior estrattore del mondo, è l’arma letale del Cremlino per conquistare il mondo?
Un colosso dell’energia che punta al massimo profitto senza andare troppo per il sottile se qualche milione di persone in Europa ogni tanto rimane al freddo?
E perché i grandi gruppi italiani, tedeschi, francesi o austriaci fanno la fila per stringere accordi con il gigante russo?
Capire qual è il ruolo di Gazprom non solo sul mercato dell’energia europea e
mondiale, ma sulla scacchiera geopolitica internazionale significa ricostruire la storia dell’azienda negli ultimi vent’anni e le sue relazioni con i partner di mezzo pianeta. E oltre a questo comprendere il cammino della Russia dalla fine dell’Impero sovietico fino ai giorni nostri.
Una strada fatta di guerre vere e mediatiche, di omicidi di Stato e di stragi terroristiche. Conoscere a fondo la Russia di Putin è essenziale per poter collocare in maniera adeguata la strategia del Cremlino nel G
rande Gioco che coinvolge l’Europa, l’Asia e gli Stati Uniti.
Sullo sfondo, la questione che può ribaltare gli equilibri del terzo millennio e che interessa direttamente anche l’Italia: può e vuole l’Europa smarcarsi dagli Usa e intraprendere scelte indipendenti e apparentemente controcorrente? Il Cremlino e Gazprom non hanno ancora deciso dove andare e nel dubbio giocano a tutto campo.
E noi?
«Gazprom controlla il sistema di trasporto del gas più grande del mondo, con condotte di
159,5mila chilometri. Nel mondo la società gestisce 165 imprese di distribuzione, 445mila chilometri di gasdotti e il trasporto di 164 miliardi di metri cubi di gas naturale. Gazprom inoltre controlla società bancarie, di assicurazioni, mediatiche, di costruzioni, agricole». Il Sole 24 Ore
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