Vengo dai puri pura, o Regina degli inferi, Eucle ed Eubuleo e voi altri dči immortali; infatti, anch’io mi vanto di appartenere alla vostra stirpe beata, ma la Moira mi sopraffece e gli altri dči immortali e il fulmine scagliato dalle stelle.
Volai via dal cerchio che affligge duramente, penoso, e salii sulla desiderata corona con piedi veloci; quindi mi immersi nel grembo della Signora, Regina ctonia; poi discesi dalla desiderata corona con piedi veloci.
“Felice e beatissimo, sarai dio invece che mortal
e”.
Agnello caddi nel latte.
[...]
Chi sei?
Da dove sei?
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato.
[Orfici, fr. 32 Kern]
L’Orfismo si diffuse in Grecia nel VI secolo a.C., derivando il nome dal mitico cantore Orfeo, probabilmente a partire da una rielaborazione della precedente religione cretese e forse anche egizia, e si affiancň come religione iniziatica apollineo-dionisiaca accanto alla religione pubblica olimpica; i riti orfici stanno certamente all’origine dei miste
ri eleusini e degli oracoli delfici.
Il punto centrale della sua proposta dottrinale – contro la visione omerico-esiodea degli uomini intesi come mortali – č la credenza nell’immortalitŕ e nella reincarnazione dell’anima (o démone, un frammento del dio Dioniso fatto a pezzi e intrappolato nell’involucro del corpo), con tutte le pratiche di purificazione che verranno poi riprese e ripensate dalla filosofia pitagorica e platonica. L’edizione classica di Kern del 1922, qui proposta integralmente co
n la prima traduzione italiana, raccoglie sia le testimonianze sia i frammenti della tradizione scritta, ma anche materiale archeologico, tratto soprattutto dalle laminelle auree che gli orfici ponevano sulla fronte dei defunti prima della sepoltura.
Il volume č introdotto da un saggio di Giovanni Reale, che mette in luce l’importanza dell’Orfismo per la nascita del concetto di psyche nella successiva filosofia presocratica.
Collana diretta da Giovanni Reale. Testo originale a fronte
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