Di non poco conto i frutti della ricerca storiografica di Miriam Curti.
"basti pensare alla nuova prospettiva con cui si deve valutare l'opera dei Confratelli nel commissionare e acquisire opere di notevole valore artistico per abbellire cappelle e altari con i santi loro protettori.
Un simile censimento porterebbe a scoprire una quantità impensata di quadri, di statue, di altari che ora sono patrimonio non più di ristrette élite religiose, ma delle locali comunità tutte intere
Di non minor c
onto è pure la costatazione che anche il quelle comunità la vita religiosa si nutriva abbondantemente di forme di pietà popolare.
Se, infatti, la vita liturgica seguiva il cammino piuttosto lontano dal sentire della gente, questa ha cercato delle nuove forme per esprimere la propria religiosità, ritenendo certe pratiche di pietà e di vita più vicine ai priopri bisogni e più facilmente comprensibili.
Non manca però nella ricerca la costatazione che l'occhio vigile dell'autorità ecclesiastic
a seguiva attentamente tale fenomeno, sia suggerendo nuove forme, sia controllando le pratiche devozionali anche nelle manifestazioni più esterne, come la tenuta dei registri, l'amministrazione delle offerte....
Dalla prefazione di Sergio Sacco
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