Cartesio (1596 — 1650) Mi piace pensare a Cartesio sulla cima delle Alpi, elevato, per la sua condizione, al di sopra dell’Europa intera, mentre segue con gli occhi il corso del Po, del Reno, del Rodano e del Danubio, e da là si innalza ancora di più con il pensiero verso i cieli, e sembra quasi toccarli.
È in questi momenti che l’anima del fi losofo si espande, diventa immensa e profonda come la natura; è allora che le sue idee sono in grado di attraversare tutto l’universo. Mai sazio di vedere e di
conoscere, Cartesio interroga la verità dappertutto; la cerca in tutti i luoghi che percorre, la insegue di paese in paese. Cartesio si è innalzato fino a Dio, è disceso nella sua anima, ha afferrato il pensiero, l’ha separato dalla materia, si è assicurato che esistessero dei corpi al di fuori di lui. Sicuro di tutti i princìpi delle sue conoscenze, si è lanciato nell’universo fisico. Ha tracciato una via di cui rimarrà il segno indelebile nella storia dello spirito umano. Da Antoine Léonard Thomas. Elo
gio di René Descartes, 1765
In una fredda notte d’inverno, mentre la città è sprofondata nel sonno, nascono i dubbi del signor Cartesio: è possibile che tre più due non faccia cinque? Che una specie di genio maligno mi inganni su tutte le cose? Che il mondo, in fondo, non sia altro che un sogno?
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