Ci sono opere che hanno letteralmente cambiato il panorama della civiltà, e a questa categoria appartiene senza dubbio l'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert. Con i ventotto volumi in folio della prima edizione e l'enorme varietà delle sue 71.818 voci, accompagnate da 2885 tavole, segnò un rivolgimento radicale nel modo di concepire la cultura, presentandosi come la summa dell'Illuminismo. Ma fu – come subito apparve evidente – anche un'impresa economicamente assai redditizia, e in virtù dello stesso motiv
o per cui il governo francese voleva sequestrarla: in odor di eresia, si vendeva perché sfidava i valori tradizionali e le autorità consolidate. Alle speculazioni dei philosophes, ben presto, fecero quindi da prosaico controcanto le speculazioni di genere assai diverso dei vari editori dell'Encyclopédie, che, mossi da un'avidità senza limiti, rappresentarono la perfetta incarnazione di quella fase della storia economica che prende il nome di «capitalismo selvaggio».
Ricostruendo la biografia dell'Encyclopéd ie, Robert Darnton racconta così un'appassionante storia di spionaggio industriale ante litteram, e al tempo stesso compone un magistrale trattato in cui convergono storia del lavoro e dell'economia, storia delle idee e della cultura, e dove trovano risposta domande fondamentali: in che modo si propagarono nella società i grandi movimenti intellettuali? Che peso ebbero sulla sostanza e sulla diffusione della letteratura la sua base materiale e la tecnologia della sua produzione? Come funzionava l'editoria in quanto impresa industriale, e come si collocava entro i sistemi politici ed economici dell'Europa prima della Rivoluzione francese? | |
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Data ultimo aggiornamento: Giovedi' 19 aprile 2012 |