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DEBENEDETTI GIACOMO
DEBENEDETTI GIACOMO, Preludi, Sellerio
sessantotto capolavori seducenti di inviti alla lettura, succinti e pieni di immaginazione
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Giacomo Debenedetti, il più grande studioso italiano del romanzo del Novecento, tra il 1958 e il 1967 fu l’artefice, per il Saggiatore (l’innovativa casa editrice di cui era il direttore), della collana «Biblioteca delle Silerchie».
La collezione era composta di testi di genere diverso, da lui scelti ricalcando personali preferenze di lettura. I volumi presentavano una particolarità. Ciascuno di essi non recava i soliti risvolti di copertina (dove ritualmente si riassumono contenuti e biografie degli au tori).

Questi erano sostituiti da un paio di pagine redazionali all’interno, anonime ma da lui vergate; più di un risvolto, meno di una introduzione: «dunque un po’ (osserva Edoardo Sanguineti) come costringere a un rapido epigramma un poeta avvezzo a un suo riposato e disteso respiro compositivo». E sono queste sessantotto note editoriali alla «Biblioteca delle Silerchie» che il presente volume raccoglie.

Capolavori seducenti di inviti alla lettura, riproducevano in miniatura quello stesso stile che fa parlare dei suoi scritti maggiori come di «racconti critici».

Nella stesura di questo tipo di prime notizie al lettore si sono a volte cimentati i grandi scrittori (basti ricordare il caso di Calvino o Sciascia o Vittorini), tanto da costituire, nelle sue punte alte, si può dire un genere letterario. La cui curiosità è quella di un backstage, di un retroscena autentico, in quanto apre una finestra sull’officina del libro. Quando il grande letterato sceglie un libro che sente affine e deve contemporaneamente invogliare immediatamente alla lettura, è come se fosse tenuto ad attrarre attraverso la sua stessa intuizione. E in questo rendere discorsiva la propria immediata intuizione, in questo spiegare in un’immagine il «perché mi piace», Giacomo Debenedetti è un maestro assoluto. Le sue note editoriali sono succinte e piene di immaginazione, chiare e audacemente ironiche, attendibili ma mai prive del fascino leggero dell’occasione.

Il loro motore è una capacità di «far vedere» che apre agli occhi un mondo che l’autore vide nei libri amati. «Ci rivelano, in cauta proiezione, il suo autentico ‘far vedere’», scrive Sanguineti nella Nota al volume.
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La collana La nuova diagonale

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Data ultimo aggiornamento: Martedi' 8 maggio 2012